Friday, January 22, 2010

Pata Pon

E' quantomeno divertente, se non esilarante, rileggere i propri vecchi post. Post di un io che ormai non esiste più. Sono passati solo pochi mesi, ma quell'io disperato, perennemente infelice come la neve sopra i duemilametri, sembra morto e sepolto, sprofondato negli abissi dell'oceano pacifico. Sembra perfino impossibile che quella persona, che poi è la stessa persona che ora sta scrivendo, fosse così incredibilmente sfigata. Roba da prima pagina dei giornali, da edizione speciale del telegioarnale! Il principe degli sfigati. Definizione corretta, definizione geniale.
Però allo stesso tempo, nascosta dietro le risate, c'è un briciolo di malinconia. Dall'alto della mia attuale stabilità emotiva, dall'alto della mia nuova capacità di relazionarmi con gli altri e di affrontare i problemi d'ogni giorno con un sorriso a trentadue denti (a dire la verità non so quanti denti possieda un uomo), mi rattrista rivedere fotografie di quell'io. Ero innamorato e ne ero orgoglioso. Quell'amore mi riempiva, nel bene o nel male.
Ora invece mi sento terribilmente vuoto. Quando penso all'amore devo per forza ricercare qualche briciola, qualche rimasuglio di latte scaduto e lasciato nel frigorifero per dei mesi. Roba vecchia che ormai sta perdendo significato. A quel tempo ero così maledettamente infelice,
ma anche così fottutamente felice!

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